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Sabato, 25 Giugno 2022 16:50

Alessandro Redento saluta l'Asti, dalla finale Regionale alla prima squadra nella Santostefanese

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INTERVISTA - Dopo una splendida cavalcata che ha portato i suoi Under 16 a contendersi il titolo regionale, l'allenatore astigiano è pronto per una nuova avventura, questa volta in prima squadra. 
 


Com'è nata l'idea di passare dalle giovanili alla prima squadra?
"E' un percorso che avevo già deciso di intraprendere anni fa, ma che per diversi motivi non ho potuto percorrere. Da un lato non ci sono state occasioni, dall'altro non ho spinto io più di tanto, ho dato priorità alla famiglia, al lavoro. Ora i tempi sono maturi ed è arrivata questa chiamata. L'Asti sapeva di questo mio desiderio e ci siamo separati serenamente. Con il Ds della Santostefanese ci siamo sentiti e in breve tempo siamo arrivati ad un accordo".

Quali sensazioni hai riguardo il passaggio dal calcio giovanile a quello adulto?
"So che ci saranno delle difficoltà, ma sono pronto a calarmi subito nella nuova realtà. Ormai è 30 anni che alleno, prima ancora come giocatore, di gavetta ne ho fatta tanta e nell'astigiano ho allenato un po' tutte le categorie giovanili. Non mi è però mancata l'esperienza anche nel calcio dei grandi. Ho fatto il secondo di Merlo ad Asti, ho avuto esperienze anche come preparatore atletico e una decina di anni fa allenai in Promozione alla Sandamianese. Cambieranno tante cose, ne sono consapevole. La gestione del gruppo in primis, ci sarà un confronto diverso con i giocatori, anche da un punto di vista tecnico/tattico, ma sono convinto usando il buon senso tra persone adulte si possa lavorare bene. Come detto, mi sento pronto".

Che approccio userai?
"Meritocratico, così come faccio per i ragazzi. Guardo ciò che succede sul campo e prendo le mie decisioni. Proverò a trasmettere anche qui tutte le mie conoscenze".

A proposito di ragazzi, lasci l'Under 16 dopo una stagione esaltante.
"E' stata un'annata fantastica. Come sono arrivato ho trovato un gruppo eccellente, con un ottimo staff, un team di ragazzi seri e uniti. La loro forza è stata proprio nel gruppo e le loro capacità sono venute subito fuori, si sono sempre applicati con dedizione. In certi allenamenti non c'era bisogno di dirgli nulla, sapevano cosa fare. Naturalmente la sconfitta in finale ha generato un po' di amarezza, ma non toglie nulla alla consapevolezza del percorso intrapreso. Siamo stati capaci di giocare tante belle gare, vincere il nostro girone mettendoci alle spalle una squadra forte come il Chieri e chiudendo la stagione regolare come una delle migliori difese della categoria. Ci siamo creati la nostra fortuna e i ragazzi ne sono consapevoli e anche in finale, contro un avversario di quel livello, siamo usciti sconfitti a testa altissima. Con loro si è creato un bel legame e gli auguro il meglio, sono sicuro che possano crescere ancora. Tutta la squadra ha dato il meglio di se nel corso del campionato, Paolin è stato un esempio, da vero capitano carismatico e la difesa ha fatto vedere grandi cose. Garro e West sono l'esempio di quanto i ragazzi possano migliorare, sono cresciuti tantissimo durante l'anno e sono sicuro non si fermeranno qui".

Saluti i campionati giovanili, cambieresti qualcosa nell'ambiente?
"Alcune cose, si. La speranza è che ovviamente tante società a tutti i livelli puntino sempre più sui giovani, ma che vadano avanti quelli che lo meritano, che si badi più alla sostanza che al nome. Discorso che vale anche per gli adulti. Inoltre, per migliorare ulteriormente, credo a livello dirigenziale si debba cercare sempre maggior professionalità. Noi allenatori abbiamo diversi patentini, facciamo corsi per aggiornarci, evolvere, credo sia un discorso che debba valere anche per i dirigenti. Hanno a che fare con tantissime dinamiche relative all'organizzazione, al confronto con i genitori, alla gestione del gruppo, che spesso non basta che ciascuno porti il suo bagaglio di conoscenze. Competenze e capacità possono essere formate con lo studio, credo sia importante come concetto, anche se mi rendo conto presenti difficoltà. Servirebbero investimenti, si svilupperebbe un percorso più lungo, che magari non porterebbe subito a dei risultati. Credo però ne gioverebbero tutti alla fine".

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