Giovedì, 26 Dicembre 2024
Mercoledì, 08 Luglio 2020 09:45

Ora basta, lasciate stare la Monregale. Non è così che si combattono razzismo e misoginia

Scritto da redazione

SOCIETA’ - Risale a giugno l’inqualificabile video del giocatore Marco Rossi, razzista e misogino, ma è di queste ore la polemica social (e le conseguenti paginate di giornali) contro la società cuneese, che non c’entra niente e aveva già preso le distanze dalle deprecabili parole del suo tesserato, per altro espresse al di fuori del contesto sportivo.

Ma una società dilettantistica, proprio in virtù del suo ruolo sociale, deve cacciare un ragazzo che ha sbagliato o deve contribuire a fargli capire l’errore che ha fatto e proporgli un modello diverso, continuando a fargli frequentare un ambiente sano e multirazziale? Questa è la domanda seria su cui ragionare, invece di infangare una società per un like e un click in più.

A seguire, pubblichiamo il comunicato stampa della Monregale


La nostra società si è fin da subito fortemente dissociata dal gravissimo episodio che ha visto protagonista Marco Rossi.

Essendo quest’ultimo un suo tesserato, la Monregale ha condannato tale episodio (pur non avendo alcuna rilevanza con l’attività sportiva, ma essendo contrario ai nostri valori etici) e ha fatto quel che poteva, cioè sospendere immediatamente il ragazzo da ogni attività sportiva; sospensione che è tuttora in essere, in attesa di conoscere quali siano i limiti sanzionatori possibili (abbiamo chiesto, a questo scopo, un parere ad un esperto di diritto sportivo, di cui siamo tuttora in attesa), dopodichè emetteremo il provvedimento disciplinare definitivo.

Questo è l’unico motivo per cui non avevamo ancora emesso un comunicato ufficiale (ora ci è stato chiesto dai nostri amici e sponsor, per cui lo pubblichiamo volentieri, a scanso di equivoci e per tutelare la loro – prima ancora della nostra – buona immagine).

Allo stesso modo, abbiamo interrotto il rapporto con il dirigente (ormai ex) Gonella Matteo, il quale appunto non fa più parte della famiglia della Monregale.

Entrambi i suddetti hanno accettato le sanzioni inflitte, riconoscendo la gravità delle loro (e solo loro) azioni.

Siamo una società piccola, ma nel nostro piccolo abbiamo sempre creduto nel valore sociale dello sport e dell’inclusione.

Da sempre giocano per noi centinaia di ragazzi, italiani e stranieri, senza aver mai operato alcuna discriminazione. E ce ne facciamo un vanto.

Abbiamo sempre aderito a ogni iniziativa sociale per l’inclusione, anche andando oltre il mondo del calcio: a riprova, in tempi non sospetti siamo stati tra i primi a aderire al progetto “Emergenza sbarchi” e per questo siamo stati lodati anche dagli organi di stampa, come si può leggere qui.

Per questo motivo, non possiamo tollerare che il nostro nome sia infangato o anche solo accostato a episodi e comportamenti che nulla hanno a che vedere con la nostra attività (e, anzi, sono contrari ai nostri principi).

Non possiamo tollerare che venga danneggiata (non solo nell’immagine, ma anche economicamente, mettendo a rischio la sua sopravvivenza) una società che ha un ruolo riconosciuto come fondamentale proprio per l’inclusione, nelle nostre zone.

Grazie a noi, tanti bambini e ragazzi stranieri si sono integrati, hanno imparato uno sport e hanno trovato amici, in una terra in cui sono stati costretti a migrare dalla povertà ed in cui hanno trovato una casa accogliente: Mondovì e il Monregalese.

Non siamo e non saremo mai razzisti.

C’è stato però chi ha insinuato il contrario, scatenando una vera e propria ondata di insulti e minacce contro di noi, i nostri amici e chi ci aiuta a andare avanti, per cui abbiamo provveduto a sporgere denuncia, per tutelarci e per ottenere giustizia nei confronti di chi continui ingiustamente a offenderci.

Tutto questo non riuscirà comunque a impedirci di proseguire nella nostra attività, al servizio dei giovani e dello sport.

Letto 2722 volte Ultima modifica il Mercoledì, 08 Luglio 2020 09:54

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