Mercoledì, 13 Novembre 2024
Lunedì, 28 Novembre 2016 17:37

Ermelindo Bacchetta: “Rispetto la scelta delle società. Io sono e sarò sempre uno del mondo dei dilettanti”

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INTERVISTA - L’ex presidente a 360 gradi: “Adesso aspetto con serenità l’esito della mia candidatura a vicepresidente vicario nazionale, la sconfitta elettorale non la mette in discussione”. Le tre cose che lascia al Piemonte: “I conti a posto, ho risanato una situazione molto difficile senza chiedere un euro alle società. Poi la dematerializzazione. Non ultimo, i campionati: corretti, combattuti, di alto livello”

Presidente, magari ti aspettavi la sconfitta, da politico navigato che sei. Ma una sconfitta così netta?
“Assolutamente no. La vittoria di Mossino è senza se e senza ma, ma sicuramente è stata influenzata dalla mia candidatura alla vicepresidenza vicaria della Lnd, emersa delle ultime ore per cause di forza maggiore. Prima di quella questione, sarebbe stata una battaglia voto a voto. Ma non ho avuto scelta, non potevo abbandonare la mia squadra a due giorni dalle elezioni, non potevo lasciarli in braghe di tela. A quel punto occorreva vedere come le società avrebbero digerito questa novità, come hanno reagito è sotto gli occhi di tutti. Detto questo, da parte mia non c’è nessun rimpianto e soprattutto nessun rancore verso le società, non erano intelligenti quando mi votavano e adesso non capiscono più niente... Hanno sempre ragione, per le due volte che mi hanno dato fiducia e adesso che non me l’hanno più data. Il responso delle elezioni va accettato nel bene e nel male, e io l’ho fatto con serenità, per quanto dispiaciuto”.

Aver ufficializzato di aver dato la disponibilità a quella carica nazionale, con il senno di poi è stata una mossa sbagliata? Ti chiedo provocatoriamente, non si poteva dire dopo?

“Pensi che avrei potuto fare una furbata del genere? Non mi sarei mai permesso di fare cosa del genere, ho troppo rispetto per le società per prenderle in giro. In altre regioni non è stato un problema, e invece qui le cose sono decisamente cambiate negli ultimi giorni, ne ho avuto una percezione netta. Le società hanno avuto un pensiero diverso rispetto al mio, lo rispetto, punto”.

Andiamo al punto cardine: non avere l'appoggio del Piemonte mette in discussione anche la tua candidatura alla vicepresidenza nazionale della Lega Nazionale Dilettanti?
“No, sono discorsi separati, quella di vicepresidente vicario è una carica non di area, ma nazionale. Devi avere l’appoggio delle regioni, fino ad oggi ho raccolto otto designazioni, non dico altro. Anzi, la dico con Trapattoni: non dire gatto finché non ce l’hai nel sacco”.

Nella squadra di Mossino ci sono tanti tuoi ex: solo tradimenti o è un dato che merita autocritica, se un leader perde i suoi generali?
“Politicamente tutto è legittimo, le loro candidature sono tutte pienamente legittime. Tutti gli altri aspetti sono questione personali che non voglio commentare”.

Sempre ragionando con il senno di poi... non sarebbe stato il caso di lanciare un nuovo candidato già da queste elezioni, per dare un segnale di discontinuità, invece che prevederlo per le prossime? Un leader senza "delfino" non dà idea di futuro.

“Abbiamo fatto trasparire che c’era il delfino, tra i canditati della mia squadra, in pole position c’era Riccetti per candidarsi tra 4 anni, ma in lizza c’erano anche altri due candidati. Sono anche loro che hanno scelto di candidarsi al prossimo giro, come condivisa è stata la scelta che io accettassi la candidatura alla carica nazionale. La questione di Roma è venuta fuori quando ormai non c’erano i tempi per fare una candidatura diversa, per raccogliere le firme per un nuovo candidato”.

Ultima domanda elettorale. C'è qualcosa che ti ha fatto particolarmente male, o qualcuno?
“La giornata di sabato è stata infernale, avevo preso il colpo della strega due giorni prima. Anche nell’intervento non sono stato brillante, non ne potevo più dal male. Non sarebbe cambiato niente, sia chiaro, ma diciamo che ero così assorbito dal dolore che non ho avuto modo di fare altre valutazioni”.

Ottimo dribbling alla domanda… Senti, che presidente sarà Mossino?
“Beh, nonostante tutto gli auguro, per l’interesse delle società piemontesi e valdostane, che possa diventare un buon presidente. Ma una valutazione seria va rimandata, almeno dopo primi i sei mesi in carica”.

Le tre cose che lasci al Piemonte che ti rendono più orgoglioso?
“Primo, i conti a posto. Ho risanato una situazione molto difficile nel 2009 senza chiedere un euro alle società ma con una spending review che dà i suoi frutti ancora oggi. Poi la dematerializzazione, un passaggio fondamentale che abbiamo compiuto nel miglior modo possibile. Terzo, non ultimo, i campionati: credo che alla fin fine siano sempre stati giocati con correttezza, e che siano stati in generale dei bei campionati. Anche a livello giovanile, i percorsi delle nostre squadre Juniores e di Settore giovanile a livello nazionale dimostrano l’alto livello del nostro movimento”.

Ultima domanda: adesso cosa farà Bacchetta, a parte l'imprenditore? Rimarrai nel mondo del calcio a prescindere dall'eventuale carica romana?
“Nell’immediato non ho programmi, vediamo se va in porto questa candidatura alla vicepresidenza vicaria della Lnd, con serenità. In ogni caso, io in questo mondo ci resto come appassionato, io sono e sarò sempre uno del mondo dei dilettanti, anche senza incarico. Andrò sui campi a vedere le partite, probabilmente me le gusterò anche di più: se l’arbitro farà un mezzo errore non mi tireranno più in ballo, è il lato positivo della medaglia…”

Letto 4818 volte Ultima modifica il Lunedì, 28 Novembre 2016 17:53

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