SOCIETA’ - Il futuro incerto della Virtus Mercadante “libera” il direttore sportivo, pronto al ritorno in via Occimiano per ricostruire settore giovanile e scuola calcio della società di Gianluca Pinto, presidente da un anno, che ha già ridisegnato l'impianto sportivo e vinto il campionato di prima categoria
Il ritorno di Michele Onorato, non ancora ufficiale ma sempre più vicino, potrebbe dare l’accelerata decisiva al nuovo corso del Barcanova. Il presidente Gianluca Pinto, che ha compiuto da un mese il suo primo anno al comando, ha dato fin da subito un grande impulso alla rinascita della storica società torinese, partendo da una profonda ristrutturazione dell’impianto sportivo e dell’immagine del club. La prima squadra, che ha vinto il girone C di Prima categoria con ben 5 giornate di anticipo, ha regalato subito grandi soddisfazioni, mentre più faticosa è la rinascita del settore giovanile e della scuola calcio, un tempo fiore all’occhiello del Barca. Oggi invece ci sono poche squadre e una qualità non eccelsa.
Per rilanciare la cantera rossoblù serve un personaggio con la voglia e le conoscenze giuste, che al 99% sarà Michele Onorato. Già in via Occimiano per una decina di stagioni, soprattutto da allenatore, Onorato è ormai da quattro stagioni direttore sportivo della Virtus Mercadante e braccio destro di Simone Loria. Il futuro della società granata è tutto da scrivere, ma la strada sempre più probabile è una sorta di inglobamento, con dinamiche ancora da definire, da parte del Chieri di Stefano Sorrentino (qui i dettagli), che porterà i suoi uomini per la gestione sportiva e organizzativa.
Tra le conseguenze, quindi, ci sarebbe il più che probabile ritorno di Michele Onorato al Barcanova. Potrebbero seguirlo tanti giocatori, se non intere squadre, visto l’ottimo lavoro svolto in questi anni: e il cerchio si chiude.
TRATTATIVE - L’attuale responsabile delle giovanili dell’Alessandria (corteggiato anche dall’Asti) frena: “Per ora mi concentro sul finale di stagione”. Per i granata, ci sono anche i nomi di Diego Salvamano e Davide Bellotto, che però potrebbe finire al Chisola. Il futuro di Benedetti? Juve, Chieri o anno sabbatico
In attesa delle decisioni ufficiali, che con le società professionistiche arriveranno in prossimità dell'estate, si possono usare solo verbi al condizionale, ma le trattative sono già nella fase calda. Al centro delle manovre c'è il Torino, che si prepara a salutare Silvano Benedetti, dal 2001 responsabile dall'attività di base. Il contratto in scadenza quest'anno difficilmente verrà rinnovato e si apre la corsa alla sua successione.
Il nome caldo è quello di Corrado Buonagrazia, attuale responsabile delle giovanili dell'Alessandria, con un passato alla Pro Vercelli e, ancora prima, in J Stars, arricchito da uno scudetto nazionale con gli Allievi classe '97 nel 2014. Per lui, però, si prospetta un ruolo da direttore tecnico, che potrebbe accompagnarsi ad un ulteriore ingresso nella società granata, magari quelli di Diego Salvamano, responsabile federale dei Centri Federali e selezionatore della rappresentativa regionale Under 15. Altro nome caldo in ottica granata è quello di Davide Bellotto, anche lui ex J Stars, poi responsabile delle giovanili del Chieri, ora nello scouting della Juventus, che però vorrebbe rimanere a Vinovo, magari con un ruolo più importante. Altra strada per Bellotto è quella che porta verso il Chisola, alla ricerca di un nuovo responsabile delle giovanili dopo l'annunciato addio di Alessandro Freda.
"La mia priorità - spiega Buonagrazia - è finire al meglio la stagione con l'Alessandria, che ora entra nella fase decisiva e richiede la mia massima concentrazione. Non posso negare che di proposte interessanti me ne stiano arrivando tante, ma le valuterò a tempo debito". Proposte che arrivano, per esempio, dall'ambizioso Asti, ma anche da società lombarde come il Como. Una chiamata del Torino sarebbe comunque difficile da rifiutare.
E Benedetti? Non è un mistero la stima che i 'cugini' della Juventus nutrono nei suoi confronti, per lui sarebbe pronto il ruolo di capo dello scouting sul territorio piemontese, se non addirittura quello di responsabile dell’attività di base. E una chiacchierata c'è stata anche con Stefano Sorrentino, presidente del Chieri pronto ad allargare la sua sfera di influenza sul torinese (qui i dettagli). Ma l’impressione che deriva da tutti questi sondaggi è che Benedetti voglia prendersi un anno, o almeno qualche mese, di riposo.
INTERVISTA - Il responsabile della scuola calcio bianconera: “Chieri e Lascaris sono società top, la differenza l’ha fatta l’affetto costruito in 11 anni passati insieme. Ora, insieme al presidente Gaeta, dobbiamo dare continuità al lavoro svolto e crescere ancora, con passione e programmazione”
Non sarà Denis Sanseverino a occuparsi della gestione tecnica della scuola calcio del Chieri e delle sue “estensioni” torinesi (qui i dettagli del progetto di Stefano Sorrentino): è ufficiale, infatti, la sua riconferma come responsabile della scuola calcio del Lascaris.
La conferma arriva direttamente dalla voce di Sanseverino: “Sì, rimango al Lascaris anche nella prossima stagione, anzi anche nelle prossime stagioni. È una scelta dettata da diversi motivi, ma prima di tutto una scelta di cuore. Il Lascaris è casa mia, è la mia famiglia, dopo 11 anni (con una parentesi di due stagioni al Lucento, ndr) non potrebbe essere diverso”.
Eppure, la proposta del Chieri ti ha fatto vacillare.
“Non posso negarlo, sono stato molto lusingato dalla proposta del Chieri, che è una grandissima società, con un presidente che ha fatto calcio vero e tanti dirigenti di altissimo livello, come Antonio Montanaro e Omar Cerutti. Hanno uno splendido impianto, una solida realtà e ancora tanta voglia di crescere. Non me ne vogliano tutte le altre, ma ritengo il Chieri una delle tre società migliori in Piemonte, insieme al Chisola e al Lascaris. Ci sono progetti seri, persone competenti e ambiziose, come al Lascaris. Per questo, ripeto, è stata una scelta di cuore, in cui l’affetto costruito in tanti anni ha prevalso su tutto il resto”.
Ancora Lascaris, quindi.
“Sì, e ne sono felicissimo. Io ho dato tanto al Lascaris, ma il Lascaris e il presidente Vincenzo Gaeta hanno dato tantissimo a me. Quando Gaeta ha preso la società, il livello non era quello di oggi: ha scelto le persone giuste, ha dato una linea chiara, ci ha messo passione e ambizione. E oggi, come detto, siamo al top: dobbiamo dare continuità al lavoro svolto nelle ultime stagioni e crescere ancora, è una sfida impegnativa che dobbiamo affrontare e vincere tutti insieme”.
Crescere in cosa, hai delle idee particolari?
“La filosofia di fondo è sempre la stessa, io gestisco l’attività di base con l’obiettivo di formare i ragazzi e farli crescere come giocatori, per poi mandarne il più possibile nel calcio professionistico, attraverso una metodologia di lavoro precisa. I risultati delle partite sono solo una conseguenza di questo tipo di approccio. Detto questo, possiamo crescere in tutto, senza l’ambizione di migliorare non si va da nessuna parte. Penso a inserire nuove figure a fianco di quelle che già abbiamo, a organizzare tornei di livello sempre più alto, a migliorare le strutture per esempio con una palestra. La prima squadra in Eccellenza è già un miglioramento importante. Idee, confronto, condivisione: con il presidente, Balice e tutti gli altri, dobbiamo pianificare il futuro del Lascaris, per crescere ancora”.
Ultima domanda, visto che parlavi di ragazzi mandati nel professionismo. Quest’anno chi c’è in lista?
“Non faccio nomi, è presto, ma ogni anno ne mandiamo in media 5 o 6 nel professionismo e quest’anno non sarà diverso. Anzi magari sarà qualcuno in più”.
TORNEO - A Villafranca di Verona la manifestazione che chiuderà la stagione sportiva: iscrizioni aperte per le categorie Esordienti 2010 e 2011, Pulcini 2012 e 2013. Non solo grande calcio, per le famiglie sarà una vera e propria vacanza
Antares Football Cup, da venerdì 16 a domenica 18 giugno a Villafranca di Verona: è il nuovo torneo organizzato dalla New Sport Inn - agenzia di organizzazione eventi che fa capo a Roberto Virardi e Arianna Siliato - in collaborazione con E20 calcio giovanile, riservato a quattro categorie della scuola calcio: Esordienti 2010 e 2011, Pulcini 2012 e 2013.
A fine stagione, quindi, ci sarà un’altra grande manifestazione organizzata e gestita dalla New Sport Inn, dopo la Massa Cup (dal 22 al 24 aprile per le categorie Under 16, Under 15 e Under 14 e la settimana dopo, dal 29 aprile al 1° maggio, per tutte le annate della scuola calcio) e la Maremma Cup (dal 22 al 24 aprile per Esordienti 2012 e 2013).
Antares, che dà il nome al torneo, è l’hotel di Villafranca di Verona che ospiterà per intero questo evento. Oltre a stanze, ristoranti e piscine che “coccoleranno” giocatori, dirigenti, allenatori e famiglie al seguito, la struttura vanta infatti 10 campi da gioco - alcuni in erba sintetica, altri in erba naturale - dove giocheranno le decine di squadre partecipanti.
“Siamo già a buon punto con le adesioni - commenta Roberto Virardi, presidente e fondatore della New Sport Inn - ma non avevo nessun dubbio, visto che giocheremo e alloggeremo in una struttura splendida e già molto famosa per quanto riguarda i tornei di calcio giovanile. Siamo felici di allargare le nostre proposte, per offrire alle tante persone che credono nel nostro lavoro occasioni sempre nuove per giocare e per divertirsi. Stiamo lavorando, come sempre, per offrire alle società e alle famiglie un’accoglienza professionale da tutti i punti di vista, non solo tecnico e calcistico. Saranno tutti tornei di alto livello tecnico, che metteranno a confronto realtà molto differenti tra loro: il bello di giocare queste manifestazioni è proprio confrontarsi con squadra in arrivo da tutta Italia. Ma non solo, per le famiglie dei giovani calciatori - continua Virardi - saranno tre giorni di vacanza”.
Per informazioni e adesioni, bisogna telefonare ai numeri 329/0143850 o 348/9747162, oppure scrivere alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Ciao Diagne, prima di parlare del calciatore che sei diventato, raccontaci del ragazzo: dove e quando è cominciata la tua passione?
“La mia passione per il calcio è iniziata fin da bambino. Vivevo in Senegal con mia nonna in un quartiere chiamato HLM, un comune d’arrondissement della città di Dakar. Ricordo che vicino alla nostra abitazione c’era un campo da calcio e io, che ero solito andare a scuola da solo, spesso anziché entrare in aula finivo a giocare a pallone... era più forte di me. Poi la scuola chiamava a casa dicendo che non ero presente e mia nonna puntualmente veniva di corsa a cercarmi. Ricordo ancora i suoi rimproveri, ma già allora il calcio per me era tutto”.
Ora sei un giocatore di livello mondiale, ma non tutti sanno che la tua è una storia di calcio fantastica, dalla prima categoria a 19 anni ai massimi campionati mondiali e alla finale di Coppa d’Africa. Cosa ti ha portato così in alto? Cosa è rimasto di quel ragazzo che calcava i campi del calcio dilettantistico?
“Vengo da una famiglia davvero povera, non avevamo quasi niente. Cosa mi ha spinto? La voglia di dare alla mia famiglia ciò che altrimenti non avrebbe mai potuto avere: una vita serena. Per farlo avrei dovuto realizzare il mio sogno: diventare calciatore professionista. Ho fatto tanti sacrifici, sono arrivato in Italia da solo a 17 anni senza la mia famiglia. Non è stato facile, riesco ancora a sentire il freddo entrarmi nelle ossa, non riuscivo a giocare, non avevo amici, non parlavo l’italiano. È stata davvero dura, ma alla fine Dio mi ha ricompensato. Da allora per me non è cambiato nulla, non dimentico mai da dove sono partito; ricordo con grande affetto tutti i miei compagni di squadra, i mister che mi hanno sempre supportato e i tifosi, davvero splendidi. Il Bra per me è stato un trampolino di lancio, a loro devo tutto”.
Se in questo momento dovessi descrivere il “calciatore Diagne” cosa diresti? Qualità? Punti di forza? Raggio d’azione? Le tue caratteristiche sono cambiate nel corso degli anni?
“Sono un attaccante dalla grande forza fisica, tra i miei punti di forza ci sono sicuramente la determinazione nella tre quarti avversaria e la sicurezza sotto porta. Su queste qualità ho costruito la mia carriera e con il passare del tempo ho imparato a sfruttarle al meglio. Logicamente l’esperienza aiuta, ogni partita ti permette di crescere e migliorarti. Tutte le situazioni, tutti gli errori ti formano e ti portano ad affrontare ogni momento con un’altra testa. Sicuramente il Diagne di oggi unisce alle qualità l’esperienza accumulata negli anni; giocare con esperienza per me significa fare più gol”.
In Senegal, come in molti paesi dell’Africa, il calcio è più di un gioco, quasi una ragione di vita. Cosa ha rappresentato per te vestire i colori della tua Nazionale sfiorando la vittoria della Coppa d’Africa? Cosa ti resta di questa esperienza?
“Per me rappresentare il Senegal è un onore, amo la mia terra e vestire i colori della nazionale è sempre stato il mio sogno; farlo nella Coppa d’Africa arrivando a giocare la finale è stato qualcosa di indescrivibile. Purtroppo non abbiamo vinto, ma porterò nel cuore ogni istante di quell’esperienza e ogni momento in cui ho potuto indossare i colori del mio paese. Ogni giorno lavoro duramente e spero di poter tornare a far parte della nazionale e a rappresentare il Senegal”.
Il tuo vissuto ti identifica come globe-trotter del calcio con il vizio del gol: 113 in 230 partite. Qual è il campionato in cui è stato più difficile segnare?
“Il calcio è cambiato, si è evoluto e per un attaccante fare gol è sempre più difficile; non esiste un campionato in cui segnare sia più semplice. I difensori sono forti, le squadre sono preparate tatticamente e ti lasciano pochi spazi, ti studiano. È vero ho segnato molti gol, ma ognuno di questi è stato frutto di lavoro individuale e di squadra, capacità tecniche, concentrazione, cattiveria”.
ISS crede fermamente nella crescita di giocatori che facciano della tecnica uno dei propri punti di forza, quanto è importante per un giocatore di alto livello curare il dettaglio e i minimi particolari?
“È importantissimo, più si alza il livello più aumenta la velocità di gioco, il pallone viaggia rapidamente e di conseguenza diminuisce il tempo disponibile per pensare e mettere in pratica ogni giocata. Saper gestire e padroneggiare ogni gesto tecnico fa quindi la differenza, soprattutto ad alti livelli”.
Sappiamo che molti calciatori di livello mondiale hanno sempre scelto di dedicare del tempo all’allenamento della tecnica individuale. Qual è il tuo parere in merito?
“Sono d’accordo, oggi il calcio professionistico ha raggiunto livelli altissimi e ogni giocatore deve fare di tutto per performare al meglio. Lavorare sulle proprie qualità, a volte su una sola giocata o su un solo gesto richiede molto tempo e sacrificio, ma diventa un valore aggiunto ai fini della prestazione in campo”.
Quanto pensi possa essere importante la presenza di un centro di formazione che segua personalmente i giovani calciatori nella loro crescita tecnica? Credi che perfezionando il singolo fin dal principio si possa contribuire ad ottenere nuove generazioni migliori?
“Sarebbe sicuramente un valore aggiunto. Purtroppo da bambino non ho avuto la possibilità di intraprendere un percorso del genere, ma sono sicuro che per un ragazzo che vuole giocare a calcio, affiancare al lavoro di gruppo la cura di ogni gesto in forma individuale possa dare benefici incredibili, sia per la crescita di singoli giocatori che del movimento calcistico in generale”.
Belgio, Arabia Saudita, Ungheria, Cina, Inghilterra e Turchia. Modi diversi di fare calcio e soprattutto culture diverse. Quale di questi mondi ti ha affascinato di più?
“Ho giocato in molti campionati e vissuto in molte città, ma se devo sceglierne una dico Istanbul: è una città che amo, molto vivibile, piena di vita, ricca di storia e di cultura”.
Visto il tuo percorso, quali sono le motivazioni che un ragazzo che gioca in una squadra dilettante deve avere per continuare a inseguire il proprio sogno? Quale consiglio ti senti di dare?
“Ai ragazzi dico questo: non rinunciate ai vostri sogni! Credeteci sempre! Non sarà facile, nulla vi sarà regalato e niente arriverà per caso; serviranno tanti sacrifici e magari passerete attraverso delle delusioni, ma se avete un sogno inseguitelo, non smettete mai di lottare e sarete premiati. Ricordando da dove sono partito, se dovessi riassumere tutto il mio percorso con una sola parola, direi senza dubbio “sacrificio”. Amo il mio lavoro e rifarei tutto ciò che mi ha portato a diventare il calciatore e la persona che sono ora”.
Ultima domanda, guardiamo al futuro… cosa c’è all’orizzonte? O cosa vorresti che ci fosse?
“Futuro? Non si può mai prevedere. Come vi ho detto amo il calcio e spero di continuare a giocare per altri anni finendo la mia carriera al meglio”.
LA CARRIERA
Sono tantissime le squadre in cui ha giocato (e segnato) Mbaye Diagne, possente centravanti (193 cm per 82 kg) classe 1991. Il primo salto è dal Brandizzo a Bra, dove segna 23 gol in 29 partite e contribuisce alla promozione in Lega Pro. Da lì passa alla Juventus, ma non giocherà mai con la maglia bianconera, e inizia una serie di prestiti poco fortunati: Ajaccio in Francia, Lierse in Belgio, Al-Shbab in Arabia Saudita e Westerlo ancora in Belgio. Viene quindi venduto all’Ujpest, in Ungheria, e inizia a segnare a raffica: 11 gol in 14 partite. Va quindi in Cina al Tiamjin Teda, poi passa in Turchia al Kasimpasa, dove esplode e segna 32 gol in 34 partite, in una stagione e mezza. A gennaio 2019 lo compra il Galatasaray per 10 milioni di euro e vince il titolo di capocannoniere della lega turca. Va quindi per 6 mesi in prestito al Bruges, club belga che gioca la Champions League, torna al Galatasaray, va ancora in prestito in Inghilterra al West Bromwich, quindi un nuovo ritorno a Instambul. Dal 2022 gioca, sempre in Turchia, al Fatih Karagumruk, dove ha già segnato 15 gol in 23 partite. In carriera, ha sommato 289 presenze (più 11 con la nazionale del Senegal) e segnato 165 gol. Niente male…
ISCRIZIONI APERTE - Dal 25 giugno al 1° luglio, due camp estivi organizzati in collaborazione con BeKings: una settimana di allenamenti con allenatori qualificati e strutture all'avanguardia, un'esperienza formativa e divertente per giocatori di movimento e portieri dai 7 anni in su
Da ragazzi hanno giocato insieme nelle giovanili della Juventus, da professionisti si sono “sfidati” solo da avversari, sui campi della serie A, oggi “vivono” nella stessa società e organizzano camp estivi in comune. Stiamo parlando di Stefano Sorrentino, oltre 600 presenze da professionista con le maglie di Torino, Chievo, Palermo, Aek Atene e Recreativo Huelva, oggi presidente del Chieri con gli stessi “occhi della tigre” di quando parava un rigore a Cristiano Ronaldo. E Simone Loria, allenatore della Juniores nazionale che si è appena laureata campione e ora punta al titolo regionale, che vanta una carriera fatta di 423 presenze e 43 reti (mica male per un difensore) con le maglie di Torino, Roma, Cagliari, Atalanta, Siena e Bologna.
La nuova avventura che Stefano Sorrentino e Simone Loria hanno deciso di intraprendere insieme sono i centri estivi a Bardonecchia, con la collaborazione organizzativa di BeKings, la società di organizzazione eventi che fa capo a Giorgia Contu, Marco Mameli e Aldo Bratti.
Summer Camp Simone Loria, per giocatori di movimento dai 7 anni in su, e Summer Camp Stefano Sorrentino, per giovani portieri, dal 25 giugno al 1° luglio nella splendida location di Bardonecchia. Una settimana di allenamenti ad altissimo livello, con allenatori qualificati e attrezzature all’avanguardia (per esempio, ogni seduta sarà seguita da una video-analisi personalizzata), per permettere ai partecipanti di vivere un’esperienza formativa dal punto di vista tecnico, certo, ma anche divertente e utile in un percorso di indipendenza e autonomia. Loria e Sorrentino (insieme ai preparatori della sua Academy, ovvero Dario Urban, Alessandro Zaga, Gabriele Frasca e Walter Borgognone) saranno sempre in campo e parteciperanno anche alle attività extra-campo: piscina, escursioni, pranzi in quota, animazione serale.
Saranno 7 giorni di allenamenti, con la possibilità del full camp (7 giorni e 6 notti a pensione completa) e del day camp (7 giorni pranzi inclusi), è compreso un kit Givova autografato con kit allenamento, kit passeggio, zaino e cappellino.
Per informazioni e iscrizioni:
ISCRIZIONI APERTE - Dal 25 giugno al 1° luglio, due camp estivi organizzati in collaborazione con BeKings: una settimana di allenamenti con allenatori qualificati e strutture all'avanguardia, un'esperienza formativa e divertente per giocatori di movimento e portieri dai 7 anni in su
Da ragazzi hanno giocato insieme nelle giovanili della Juventus, da professionisti si sono “sfidati” solo da avversari, sui campi della serie A, oggi “vivono” nella stessa società e organizzano camp estivi in comune. Stiamo parlando di Stefano Sorrentino, oltre 600 presenze da professionista con le maglie di Torino, Chievo, Palermo, Aek Atene e Recreativo Huelva, oggi presidente del Chieri con gli stessi “occhi della tigre” di quando parava un rigore a Cristiano Ronaldo. E Simone Loria, allenatore della Juniores nazionale che si è appena laureata campione e ora punta al titolo regionale, che vanta una carriera fatta di 423 presenze e 43 reti (mica male per un difensore) con le maglie di Torino, Roma, Cagliari, Atalanta, Siena e Bologna.
La nuova avventura che Stefano Sorrentino e Simone Loria hanno deciso di intraprendere insieme sono i centri estivi a Bardonecchia, con la collaborazione organizzativa di BeKings, la società di organizzazione eventi che fa capo a Giorgia Contu, Marco Mameli e Aldo Bratti.
Summer Camp Simone Loria, per giocatori di movimento dai 7 anni in su, e Summer Camp Stefano Sorrentino, per giovani portieri, dal 25 giugno al 1° luglio nella splendida location di Bardonecchia. Una settimana di allenamenti ad altissimo livello, con allenatori qualificati e attrezzature all’avanguardia (per esempio, ogni seduta sarà seguita da una video-analisi personalizzata), per permettere ai partecipanti di vivere un’esperienza formativa dal punto di vista tecnico, certo, ma anche divertente e utile in un percorso di indipendenza e autonomia. Loria e Sorrentino (insieme ai preparatori della sua Academy, ovvero Dario Urban, Alessandro Zaga, Gabriele Frasca e Walter Borgognone) saranno sempre in campo e parteciperanno anche alle attività extra-campo: piscina, escursioni, pranzi in quota, animazione serale.
Saranno 7 giorni di allenamenti, con la possibilità del full camp (7 giorni e 6 notti a pensione completa) e del day camp (7 giorni pranzi inclusi), è compreso un kit Givova autografato con kit allenamento, kit passeggio, zaino e cappellino.
Per informazioni e iscrizioni:
VERDETTI - Under 16, ecco le torinesi ai playoff: Nuova Lanzese, Caselle, Rosta, Aviglianese, Pecetto (che però, almeno sulla carta, può ancora raggiungere il Mirafiori) e Csf Carmagnola. Incredibile a Vercelli: il Santhià getta alle ortiche il match point e rischia lo spareggio con l’Alicese Orizzonti
UNDER 17 - MANCA SOLO LA MATEMATICA A PIANEZZA E FORMARCO DON BOSCO
Dopo il Borgaro Nobis, fa festa la Virtus Mercadante di Giovanni Abate, capace di un dominio assoluto nel girone C: tutte vittorie, 161 gol fatti e solo 17 subiti, uno score che parla chiaro per una squadra alla seconda vittoria consecutiva di un campionato regionale. Definiti anche i posti nei playoff, conquistati da Dorina e Pozzomaina. Nel girone B invece al Pianezza manca ancora un punto per festeggiare, ma la vittoria per 3-2 sulla Virtus Calcio è stata decisiva.
Manca solo la matematica per il Fomarco Don Bosco nel girone di Novara, 9 punti di vantaggio su Juve Domo e Oleggio a 3 giornate dalla fine. Riflettori puntati, nel girone di Pinerolo, sullo scontro diretto Sisport-Mirafiori tra le prime due della classe.
UNDER 16 - AL MIRAFIORI SERVE ANCORA UN PUNTICINO
Al Mirafiori basta un punto nell’ultima giornata di campionato, in trasferta con l’Atletico Racconigi, per definire l’ultima vincente dei gironi di Torino: dopo il Bacigalupo, questa settimana a fare festa è la Virtus Calcio di Marco Mezzapesa, che ratifica la vittoria del girone B con il 5-0 sullo Spazio Talent Soccer. Per i bianconeri classe 2007 è il secondo campionato provinciale vinto, che vale finalmente un posto nei regionali. Definito anche il quadro dei playoff: Nuova Lanzese e Caselle nel girone A, Rosta e Aviglianese nel girone B, Pecetto (che però, almeno sulla carta, può ancora raggiungere il Mirafiori) e Csf Carmagnola nel girone C.
Fa festa anche l’RG Ticino, che ha dominato il girone di Novara: la certezza è arrivata, quando manca ancora una partita da giocare, con il poker rifilato al Caltignaga.
UNDER 15 - VDA CHARVENSOD A UN PASSO DAI REGIONALI
Pedona campione nel girone B di Cuneo, con tre giornate di anticipo, grazie all’1-6 corsaro rifilato all’Azzurra: ormai il Valle Po (che deve ancora osservare il turno di risposo) non può più raggiungere la capolista, che ha dominato il girone con 20 vittorie e una sola sconfitta, 126 gol fatti e solo 7 subiti.
Un po’ a sorpresa ma solo per la tempistica, festeggia anche il Rosta di Stefano Campisi con tre giornate ancora da giocare, grazie al successo sull’Olympic Collegno e alla contemporanea sconfitta del Bsr Grugliasco (che si consola con la certezza dei playoff) con l’Almese. Meritatissimo, comunque, il successo dei biancorossi, che in stagione hanno collezionato tante vittorie e un solo pareggio, con 130 gol fatti e 9 subiti.
Nel girone di Ivrea, basta un pareggio nell’ultima giornata al Vda Charvensod per laurearsi campione, infatti il pareggio per 3-3 nello scontro diretto a mantenuto a 3 i punti di vantaggio sul combattivo Quincitava.
UNDER 14 - ASTI, AI PLAYOFF VA IL CANELLI INSIEME ALLO SPARTAK NOVARA
È la giornata del Borgosesia, che festeggia la vittoria del girone di Biella quando ci sono ancora tre partite da giocare: il 4-1 al Gattinara è la 22esima vittoria dei granata (su 23 partite, niente male), in una stagione condita da 182 gol fatti e 13 subiti. Per i posti nei playoff invece sarà battaglia tra Chiavazzese, Cavaglia, Città di Cossato e Valle Elvo.
Nel girone di Asti, dove il Mezzaluna Villanova aveva già conquistato il primo posto che vale i regionali, la notizia è l’accesso ai playoff del Canelli, insieme al già qualificato Spartak Novara: manca ancora una giornata ma non ci sono più verdetti da aspettare.
Incredibile a Vercelli: il Santhià, perdendo in casa con l’Autovip San Mauro, ha gettato alle ortiche il match point per vincere il girone e ora (visto che deve riposare nell’ultima di campionato) può essere raggiunto al comando dall’Alicese Orizzonti. Nel caso, sarà spareggio.
TRATTATIVE - L’attuale responsabile delle giovanili dell’Alessandria (corteggiato anche dall’Asti) frena: “Per ora mi concentro sul finale di stagione”. Per i granata, ci sono anche i nomi di Diego Salvamano e Davide Bellotto, che però potrebbe finire al Chisola. Il futuro di Benedetti? Juve, Chieri o anno sabbatico
In attesa delle decisioni ufficiali, che con le società professionistiche arriveranno in prossimità dell'estate, si possono usare solo verbi al condizionale, ma le trattative sono già nella fase calda. Al centro delle manovre c'è il Torino, che si prepara a salutare Silvano Benedetti, dal 2001 responsabile dall'attività di base. Il contratto in scadenza quest'anno difficilmente verrà rinnovato e si apre la corsa alla sua successione.
Il nome caldo è quello di Corrado Buonagrazia, attuale responsabile delle giovanili dell'Alessandria, con un passato alla Pro Vercelli e, ancora prima, in J Stars, arricchito da uno scudetto nazionale con gli Allievi classe '97 nel 2014. Per lui, però, si prospetta un ruolo da direttore tecnico, che potrebbe accompagnarsi ad un ulteriore ingresso nella società granata, magari quelli di Diego Salvamano, responsabile federale dei Centri Federali e selezionatore della rappresentativa regionale Under 15. Altro nome caldo in ottica granata è quello di Davide Bellotto, anche lui ex J Stars, poi responsabile delle giovanili del Chieri, ora nello scouting della Juventus, che però vorrebbe rimanere a Vinovo, magari con un ruolo più importante. Altra strada per Bellotto è quella che porta verso il Chisola, alla ricerca di un nuovo responsabile delle giovanili dopo l'annunciato addio di Alessandro Freda.
"La mia priorità - spiega Buonagrazia - è finire al meglio la stagione con l'Alessandria, che ora entra nella fase decisiva e richiede la mia massima concentrazione. Non posso negare che di proposte interessanti me ne stiano arrivando tante, ma le valuterò a tempo debito". Proposte che arrivano, per esempio, dall'ambizioso Asti, ma anche da società lombarde come il Como. Una chiamata del Torino sarebbe comunque difficile da rifiutare.
E Benedetti? Non è un mistero la stima che i 'cugini' della Juventus nutrono nei suoi confronti, per lui sarebbe pronto il ruolo di capo dello scouting sul territorio piemontese, se non addirittura quello di responsabile dell’attività di base. E una chiacchierata c'è stata anche con Stefano Sorrentino, presidente del Chieri pronto ad allargare la sua sfera di influenza sul torinese (qui i dettagli). Ma l’impressione che deriva da tutti questi sondaggi è che Benedetti voglia prendersi un anno, o almeno qualche mese, di riposo.
INTERVISTA - Il responsabile della scuola calcio bianconera: “Chieri e Lascaris sono società top, la differenza l’ha fatta l’affetto costruito in 11 anni passati insieme. Ora, insieme al presidente Gaeta, dobbiamo dare continuità al lavoro svolto e crescere ancora, con passione e programmazione”
Non sarà Denis Sanseverino a occuparsi della gestione tecnica della scuola calcio del Chieri e delle sue “estensioni” torinesi (qui i dettagli del progetto di Stefano Sorrentino): è ufficiale, infatti, la sua riconferma come responsabile della scuola calcio del Lascaris.
La conferma arriva direttamente dalla voce di Sanseverino: “Sì, rimango al Lascaris anche nella prossima stagione, anzi anche nelle prossime stagioni. È una scelta dettata da diversi motivi, ma prima di tutto una scelta di cuore. Il Lascaris è casa mia, è la mia famiglia, dopo 11 anni (con una parentesi di due stagioni al Lucento, ndr) non potrebbe essere diverso”.
Eppure, la proposta del Chieri ti ha fatto vacillare.
“Non posso negarlo, sono stato molto lusingato dalla proposta del Chieri, che è una grandissima società, con un presidente che ha fatto calcio vero e tanti dirigenti di altissimo livello, come Antonio Montanaro e Omar Cerutti. Hanno uno splendido impianto, una solida realtà e ancora tanta voglia di crescere. Non me ne vogliano tutte le altre, ma ritengo il Chieri una delle tre società migliori in Piemonte, insieme al Chisola e al Lascaris. Ci sono progetti seri, persone competenti e ambiziose, come al Lascaris. Per questo, ripeto, è stata una scelta di cuore, in cui l’affetto costruito in tanti anni ha prevalso su tutto il resto”.
Ancora Lascaris, quindi.
“Sì, e ne sono felicissimo. Io ho dato tanto al Lascaris, ma il Lascaris e il presidente Vincenzo Gaeta hanno dato tantissimo a me. Quando Gaeta ha preso la società, il livello non era quello di oggi: ha scelto le persone giuste, ha dato una linea chiara, ci ha messo passione e ambizione. E oggi, come detto, siamo al top: dobbiamo dare continuità al lavoro svolto nelle ultime stagioni e crescere ancora, è una sfida impegnativa che dobbiamo affrontare e vincere tutti insieme”.
Crescere in cosa, hai delle idee particolari?
“La filosofia di fondo è sempre la stessa, io gestisco l’attività di base con l’obiettivo di formare i ragazzi e farli crescere come giocatori, per poi mandarne il più possibile nel calcio professionistico, attraverso una metodologia di lavoro precisa. I risultati delle partite sono solo una conseguenza di questo tipo di approccio. Detto questo, possiamo crescere in tutto, senza l’ambizione di migliorare non si va da nessuna parte. Penso a inserire nuove figure a fianco di quelle che già abbiamo, a organizzare tornei di livello sempre più alto, a migliorare le strutture per esempio con una palestra. La prima squadra in Eccellenza è già un miglioramento importante. Idee, confronto, condivisione: con il presidente, Balice e tutti gli altri, dobbiamo pianificare il futuro del Lascaris, per crescere ancora”.
Ultima domanda, visto che parlavi di ragazzi mandati nel professionismo. Quest’anno chi c’è in lista?
“Non faccio nomi, è presto, ma ogni anno ne mandiamo in media 5 o 6 nel professionismo e quest’anno non sarà diverso. Anzi magari sarà qualcuno in più”.