Dal sito www.gassinosanraffaele.it - Riportiamo la lettera che un papà di un giocatore del Gassino San Raffaele ha inviato al Presidente di una squadra avversaria, dopo una partita dei Pulcini. Omettiamo nomi di persone e società, perché questa lettera deve essere occasione di riflessioni e non di accuse
Spett.le Presidente USD *** ***** Calcio,
le scrivo in merito alla partita disputata tra le squadre del USD GassinoSanRaffaele e del USD *** ***** categoria “PULCINI 2009” il giorno 01/12/2018 presso il campo di Gassino Torinese alle ore 16:30, incontro vinto con merito dalla Vostra squadra (e anzi, complimenti per i risultati nel girone).
Sono ***** ******, papà del portiere del Gassino: le scrivo per condividere con Lei alcune considerazioni che reputo utili.
Ieri abbiamo assistito ad uno spettacolo a dir poco imbarazzante e non per colpa dei bambini, che hanno fatto il loro “dovere” di GIOCARE, ma degli adulti: mi riferisco in particolare all’allenatore della Sua squadra (di cui ignoro il nome, ma che so essere di San Raffaele Cimena come me e che tra l’altro ha trovato nella squadra avversaria molti bambini compagni di scuola del figlio) seguito a ruota da alcuni genitori sugli spalti.
Mio figlio, che gioca da cinque anni, per la prima volta è uscito dal campo amareggiato e turbato: non per la sconfitta, ne sono capitate tante altre anche più “sonore” (di per sé ieri, dal suo punto di vista, sarebbe dovuta essere una partita molto divertente visto che è stato molto impegnato), ma chiedendomi se “quel signore (il vostro mister) fosse impazzito”. Un altro bambino, il cui papà fa il dirigente accompagnatore, è uscito quasi in lacrime dicendo “non voglio più che mio papà faccia il dirigente”.
Lo spettacolo offerto da un mister, che DOVREBBE DARE L’ESEMPIO, che entra in campo minaccioso verso l’altro lato del campo ed inveisce verso l’arbitro, con insulti che piovono dagli spalti da parte di alcuni genitori un po’ troppo sopra le righe, mi è sembrata veramente fuori da ogni logica.
Tutti a snocciolare presunti regolamenti (vorrei sapere quanti hanno veramente letto il regolamento federale) vantando competenze che non hanno.
Vede, io di calcio non ne so nulla avendolo sempre seguito molto poco: purtroppo questa passione è nata spontaneamente in mio figlio e l’ho assecondata visto che era un suo preciso desiderio (e non il mio di genitore frustrato che sognava di diventare Baggio senza saper neanche dare un calcio al pallone). Gli piace e si diverte: mi risulterebbe molto indigesto, però, che episodi come questi possano rovinare questa sua passione. Vorrei che un eventuale termine della sua attività calcistica dipendesse dalla sua volontà (così com’è accaduto all’inizio) e non per colpa di atteggiamenti imbarazzanti tenuti dagli adulti.
Come dicevo, di calcio so poco o nulla: però la nostra Società sportiva, ad inizio anno scolastico (se così vogliamo chiamarlo, visto che si parla di “scuola calcio”), organizza delle riunioni con tutti i gruppi. Oltre alle normali informazioni di carattere organizzativo, ci vengono spiegate le novità in termini di regolamento che riguardano i nostri ragazzi: in questo modo tutti abbiamo un’idea di come si debbano svolgere le partite e di quali siano le regole. Mi sembra un’iniziativa semplice, ma utile: non si può pretendere che tutti leggano il regolamento (anche perché la lettura è uno sport poco diffuso), ma ascoltare mezz’ora di spiegazioni è una cosa alla portata di tutti.
Credo sia un aspetto importante: educare i ragazzi passando anche (e soprattutto) attraverso l’educazione degli adulti.
Se la nostra Società (e qui intendo la comunità di persone cui tutti noi apparteniamo) al giorno d’oggi è sempre più scadente e di basso livello è perché dilagano ignoranza e prepotenza, due “qualità” che vanno sempre di pari passo.
Diventa allora necessario partire dal basso ad educare al rispetto per il prossimo e per l’autorità (ho sempre trovato insopportabile l’insulto all’arbitro, caratteristica esclusiva del mondo calcistico), alla correttezza, al rispetto delle regole: in generale alla SPORTIVITA’ intesa nell’accezione più ampia del termine.
Credo che la Vostra Società sportiva abbia a cuore questi aspetti: altrimenti non avreste una Scuola Calcio. Ci saranno sicuramente moltissime altre occasioni di affrontarci in campo, visto che siamo realtà geograficamente molto vicine. Mi auguro che sia stato solo un episodio: se così non fosse reputo che persone come quelle viste ieri in campo non dovrebbero essere messe a contatto con bambini, pena il fare danni irreparabili. Tireranno fuori, forse, degli ottimi atleti in termini di fisicità, ma dei pessimi cittadini e questo non è accettabile.
Alla mia Società Sportiva, che legge in copia, chiedo di non omettere mai l’ingresso in campo con i bambini accompagnati dai genitori anche quando siamo in ritardo sulla tabella di marcia: è anch’essa un’iniziativa semplice, ma che ho trovato valida e simpatica, utilissima per calmare gli animi e ricordarci che stiamo guardando giocare bambini di 9 anni. Purtroppo non la si fa quasi da nessuna parte e questo la dice lunga…
Ringrazio il sig. Presidente della USD *** **** Calcio per il tempo dedicato alla lettura di questa mia lunga missiva, augurandomi di aver suscitato un minimo di interesse e di riflessione.
Distinti saluti
****** ****** (Papà di un bambino dei Pulcini 2009 del Gassino San Raffaele)
Fonte: www.gassinosanraffaele.it