Sandro Senatore, ex giocatore di molte piazze importanti a Torino e provincia, ha ricevuto l’incarico dalla società della Colletto di prendere in mano la Juniores del Vanchiglia: “Ho giocato alla Cheraschese, al Lucento, poi Borgaro, Rapid Torino, Valdengo, ma il mio cuore è rimasto alla Nolese e alla Fossanese”.
Tipico dei calciatori, non riesce a stare senza calcio, una passione coltivata troppi anni per lasciarla andare tutta. Così – finito di giocare – a Senatore è stato proposto di fare il secondo allenatore al Vanchiglia in queste ultime due annate: “È stata un'esperienza che consiglio a tutti, in particolare ai giovani che vogliono seguire un percorso d'allenatore, impari molte cose dai colleghi più esperti”.
Per la stagione futura però il Vanchiglia ha deciso di mettere alla prova il neo allenatore, affidandogli la Juniores. Mister Senatore la definisce una prova del nove per capire se questo mestiere è davvero ciò che fa al caso suo. Sicuramente la situazione di partenza non è delle migliori. La juniores granata infatti “ha terminato una stagione in cui la fortuna non ha aiutato. Ho conosciuto i ragazzi da due settimane – racconta il tecnico –, il mio obiettivo è integrare i 99 con i 2000 e sistemare la rosa per toglierci delle belle soddisfazioni”.
Il ruolo di Sandro Senatore era fare il centrocampista, a detta di molti professionisti (come Daniele De Rossi intervistato da Sky), chi fa quel ruolo è molto più portato per allenare, avendo già in campo una visione di gioco quasi totale. L'allenatore granata più che nel ruolo crede nella passione per questo gioco: “Ci sono tanti mister attaccanti come Inzaghi o Montella. Ciò che ti rende un bravo allenatore sono la passione e la dedizione che devi avere e trasmettere ai ragazzi”.
Ora come ora il neo allenatore non pensa al futuro, ma solo a questa stagione, decisiva per capire ciò che verrà in futuro: “Mi dicono che mi vedono meglio come direttore sportivo, ma io mi sento pronto per affrontare questa sfida da allenatore, voglio trasmettere ai ragazzi quello che ho imparato in tutti questi anni da giocatore”.