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Giovedì, 03 Marzo 2022 13:32

Under 16 Regionali - Tommaso Suquet danza sulla trequarti, trascinando il suo Quincinetto a suon di gol e belle giocate

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INTERVISTA - Il giovane talento nero giallo non sta patendo il primo anno nel calcio "vero", per giunta disputato con l'annata superiore. Scopriamo la sua crescita e quanto il tecnico Contiero creda ciecamente in lui.
 


Classe 2007, ma in pianta stabile con i 2006, Tommaso Suquet sta disputando un campionato da assoluto protagonista, disimpegnandosi sulla trequarti con il suo mancino educato. Controllo palla, visione di gioco e un fiuto del gol non indifferente ne fanno un perno del Quincinetto, nonché capocannoniere della sua squadra. Squadra i cui colori ha praticamente impressi addosso, avendo disputato quasi tutta la sua giovane carriera in questa società, con l'importante eccezione di tre, costruttive annate all'Ivrea.
Persa l'occasione lo scorso anno di esordire nel calcio "adulto" del 11 vs. 11, non si è perso d'animo e supportato appieno da tecnico e compagni si è immediatamente calato nella nuova realtà.

"La scorsa stagione mi sono allenato due mesi con i ragazzi più grandi, ma poi tutto si è fermato e ovviamente è stato molto complicato. Ti prepari per il cambio di categoria, cominci a sperimentare il calcio a 11 e poi tutto si blocca, non è stato facile digerirlo e ripartire. Qualcosa si è perso anche se siamo stati seguiti. Ora però comincio a ingranare e non posso che ringraziare mister e compagni. Sono tutti gentilissimi, pronti ad aiutarmi, è veramente un gruppo grandioso".

Il tuo allenatore crede fortemente nelle tue qualità.
"E' stato lui a venire da me e chiedermi di giocare in pianta stabile nella sua squadra. La cosa che mi ha colpito di più è l'idea che c'è dietro alla formazione di questo gruppo. Ovviamente sto seguendo i suoi consigli per migliorare a livello calcistico. In questo momento mi sto concentrando sul lavoro di posizione, cercando di velocizzare il gioco e smarcandomi rapidamente per ricevere palla. Spesso tendo a tenere troppo il pallone tra i piedi e sto lavorando tanto su questi aspetti.
Ma quello che più mi ha catturato è il lavoro che facciamo a livello mentale e umano. Ci trasmettono il senso e l'importanza di valori che sono utili sia nel calcio che nella vita di tutti i giorni, parliamo tanto e ci confrontiamo e questo ci da tanti spunti su cui riflettere. E' veramente bello. Prima della scorsa partita ad esempio abbiamo discusso di quel che sta succedendo in Ucraina, di quanto siamo fortunati noi qui, rispetto a tanti ragazzi della nostra età che ora non possono giocare, che stanno passando momenti terribili. Siamo scesi in campo con loro in testa, giocando come per dedicargli quella partita che loro non possono disputare. La vittoria che abbiamo ottenuto è una sorta di dedica.
Questo modo di comunicare che abbiamo ci fa scoprire cose nuove, ci fa riflettere su cose importanti e ci aiuta a mettere tutto sul giusto piano".

La vostra forza sta nel gruppo quindi.
"Mister Contiero dice che siamo come una ciurma. Ci aiutiamo tutti e la forza che ci unisce è l'amicizia che ci accomuna dentro e fuori dal campo. E ora questa unione si vede anche sul campo, dove cerchiamo di far crescere sempre di più il nostro gioco. E' un girone tosto, dove nessuna squadra ti regala qualcosa, quindi dobbiamo stare uniti ed evitare i rischi. Così facendo potremo sicuramente salvarci tranquillamente e poi magari puntare più in alto a prenderci qualche posizione di prestigio. L'unica cosa che dispiace e che la nostra eventuale permanenza nei Regionali non dipenda da noi, lo trovo ingiusto. Ma sono sicuro che anche l'Under 17 riuscirà a salvarsi".

Cosa ti auguri per il futuro?
"Nell'immediato come detto di concludere l'anno nel miglior modo possibile e continuare a crescere. Poi se ci fosse la possibilità di avere provini in squadre professioniste o essere chiamato nella Rappresentativa Regionale di categoria, farebbe sicuramente piacere. Quando ero più piccolo ho sostenuto qualche allenamento alla Juve e al Toro, ma ora sarebbe decisamente un altra cosa. Io comunque continuo ad impegnarmi e lavorare sodo, so che per tutti possono esserci momenti di difficoltà, ma i risultati arrivano se non si smette mai di applicarsi".

Sogno nel cassetto?
"Ovviamente il professionismo."

In qualche squadra in particolare?
"Sono tifoso della Lazio, un po' per mio padre, un po' perché affascinato fin da piccolo dalla storia, i colori e nella Lazio gioca il mio calciatore preferito, Luis Alberto. Ma come cerco di prendere spunto da tanti altri giocatori per migliorarmi, così non ho l'idea fissa di andare alla Lazio. Credo qualsiasi opportunità sarebbe bellissima".

Hai ringraziamenti particolari da fare?
"Ringrazio il mister Contiero per credere in me e per come mi sta aiutando a crescere. Ma la persona a cui più sono legata e che più mi ha aiutato nel mio percorso di crescita quando ero piccolo è stata Mario Chiole all'Ivrea. E' stato lui a segnarmi come calciatore, con lui avevo un legame fortissimo. Mi spiace davvero tanto che sia mancato, mi diceva sempre come sperava di potermi veder esordire nel calcio adulto, da grande. Spero con tutto il cuore che lì dove sia possa comunque osservarmi, per me è uno stimolo in più a dare sempre il massimo".

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