Mercoledì, 13 Novembre 2024

Il pallone di Natale

Torino, 20/12/2016

 

Ultimi scampoli di Tornei, ultimi allenamenti e ormai siamo entrati nella settimana di Natale. Ora inizia la corsa, se pur breve, alla caccia del regalo da mettere sotto l’albero: scarpette con i tacchetti, scalda colli e berretti, set di shampi per le docce e l’immancabile pallone, tutti da regalare al proprio ragazzo, e tutti, genitori e parenti alla corsa per accaparrarsi l’agognato regalo calcistico per il proprio campione. Non mancherà certamente la maglia della squadra del cuore! Ora è tempo di festa e di riflessione, non quella religiosa del Bambin Gesù che nasce in una grotta poverello e senza nulla, i nostri Bambin Gesù, rispetto a quello nato a Nazareth, sognano le scarpette firmate come oggi usano i calciatori famosi piuttosto che i berretti e scalda colli personalizzati con le proprie iniziali; tutte naturalmente frutto delle iniziative dei genitori decisi nei pranzi o cene di Natale, che immancabilmente si sono fatte in questi giorni. <<Così facciamo gruppo>>, queste generalmente le parole usate per convincere i più riottosi a venire.

 

Ora è tempo di bilanci di metà stagione per il proprio ragazzo e per come sta giocando. Vedo già in questi giorni Papà che si aggirano con il borsone e il proprio figlio, da una scuola calcio all’altra, da una società all’altra, per fargli fare un provino deluso, il Papà, di come viene impiegato suo figlio, che gioca poco o magari la squadra non è “forte”. Da una parte all’altra della città e della provincia, arrivano questi ragazzi infreddoliti quasi timidi per fare un provino, il papà che a fine provino parla con il responsabile per sentire un responso positivo: <<Si è bravino. Magari ne riparliamo a Giugno se vuole>>. Oppure: <<Per me possiamo fare già il cartellino se lei chiede lo svincolo dove gioca adesso>>. Questo nei casi in cui il ragazzo è veramente bravo e non se lo vogliono lasciar scappare. E’ tutto ciò sempre senza sentire l’incolpevole e a volte deluso figliolo, che magari avrebbe voluto rimanere dove era con i suoi vecchi amici e compagni di squadra a continuare a giocare, e poco importa se a volte rimane in panchina, lui è contento così. Ma si sa, i padri protettivi che hanno figli che sono campioni di calcio, la pensano diversamente. “lo fanno per il loro bene”. Tecnicamente parlando per intenderci.

 

 

Nelle famiglie normali, invece, che non hanno campioni da assicurare in una altra società, si festeggia questo, speriamo, sereno Natale e tra una fetta di panettone e un bicchiere di spumante, dopo aver aperto i regali, si penserà da subito alla ripresa degli impegni calcistici. Già. Perché già da Martedì prossimo si ricomincia. Iniziano le corse per gli allenamenti, i Tornei, correndo da una parte all’altra della provincia senza sosta fino a Giugno. La pausa è solo breve e magari serve per ripercorrere con la mente, le prestazioni da migliorare e cercare di convincere il proprio ragazzo, magari mentre è intento a giocare con la Play Station, che deve essere più avanzato, deve passare la palla prima e non ascoltare cosa gli dice l’allenatore. Questo per i Papà allenatori che non riescono a stare fermi neanche per Natale. Parenti e Zii per il pranzo di Natale che chiedono al ragazzo come va: <<Ho saputo che sei bravo. Complimenti continua così>>, sotto gli occhi soddisfatti del papà che poi aggiunge racconti mirabolanti delle imprese fatte dal proprio figlio durante le partite: gol da meraviglia, parate da campioni, discese bevendosi avversari come birilli, passaggi millimetrici misurati con il laser, articoli dove c’è la sua squadra con la foto ritagliata e incorniciata, richieste di squadre di serie A che vogliono fargli fare un provino al figlio perché bravissimo, e così via fino all’esaurimento per chi ascolta e che magari di calcio non gli importa nulla. Le persone “normali”. La scuola calcio, di qualsiasi società, è la gioia e i dolori per ogni padre che ha un figlio che gioca. Se vincono va tutto bene, se incominciano a perdere allora va tutto male e il proprio ragazzo non migliora, quindi bisogna portarlo da un’altra parte.

 

Ho letto, per i genitori “anormali” come tutti noi appassionati di calcio che, il comune di Comelico Superiore, in provincia di Belluno, paesino di 2400 anime nella Valcamonica, ha aperto una scuola calcio di quelle che non esistono più che una volta spopolavano nel nostro paese e che hanno dato i natali a tanti campioni del passato. Hanno persino messo un cartello di avviso per gli automobilisti all’ingresso del paese: << Attenzione rallentare. In questo paese i bambini giocano ancora per strada>>, con tanto di foto di ragazzi che giocano al pallone. Una scuola calcio libera è sempre aperta, che comprende tutte le vie del paese, tutte le piazze e i vicoli, dove i ragazzi sono tutto: allenatori, giocatori, tecnici, arbitri. Non avrà attrezzature, porte, cinesini, ma ha la libertà che tanti non hanno: quella di giocare liberamente, divertirsi e far divertire i propri genitori con le loro prodezze, utilizzando le proprie capacità e le proprie voglie di divertimento.

 

Da ragazzo, io, ne avevo frequentato una e il ricordo di quella via in salita con le porte di pietra, è ancora vivo dentro di me. Immagino già il giorno di Natale o di Santo Stefano, finire il pranzo in fretta, perché a differenza dei nostri ragazzi che vanno nelle scuole calcio titolate, loro hanno la partita da fare nella via o nella piazza del paese. Un torneo natalizio già programmato da loro stessi e dalla loro voglia di divertimento per questo bellissimo sport. Li invidio questi ragazzi e potessi andrei a Comelico Superiore, il giorno di Natale, per commentare e fare un articolo sulle partite che giocheranno e che dureranno sicuramente l’intera giornata, fino allo sfinimento e senza vincitori o vinti. Di certo avrà vinto lui, il pallone, che stanco di essere preso a calci anche a Natale, si sgonfierà per esaurimento finendo nello spogliatoio che è la strada, perdendosi magari in qualche giardino o in una scarpata difficilmente da raggiungere. Sarà sicuramente un Natale diverso per tutti loro che, non hanno magari scarpe firmate o scalda colli con le iniziali, ma avranno sicuramente quella voglia di giocare allo sfinimento che li accomuna nel sano divertimento.  In fondo bisogna solo correre e dare dei calci a un pallone e cercare di metterlo in una rete. Buon Natale a Tutti!

 

 

 

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