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Sabato, 27 Febbraio 2016 09:39

Gianfranco Bilanzone: “Reset Academy Torino, vi spiego chi siamo e cosa vogliamo fare”

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INTERVISTA ESCLUSIVA - Parla il presidente della società che contende il Robaldo al Torino Calcio: “Vedremo se fare una vera società o solo degli individual, anche in base agli spazi che avremo a disposizione, ma per noi la formazione viene prima di tutto”.

Reset Academy Torino. Il competitor del Torino Calcio nel bando per l’assegnazione dell’impianto sportivo “Robaldo” è tornato prepotentemente agli onori della cronaca dello sport torinese, dopo esserci già stato la scorsa estate per il tentativo di costruire una nuova società sulle ceneri della J Stars nei campi della Pellerina.
Ma chi c’è dietro la Reset Academy Torino? In che rapporti sono - se ci sono rapporti - con la Reset Academy “nazionale” di Davide Lippi e Carlo Diana? Qual è il loro progetto?

Tutte domande legittime, che stanno dando spazio a una serie di voci e illazioni. È il momento di fare chiarezza, e nessuno può farla meglio di Gianfranco Bilanzone, presidente della Reset Academy Torino.
“L'Asd Reset Academy Torino è nata la scorsa estate, con l’intento di costruire - come dice il nome stesso - un’Academy rivolta al calcio giovanile a Torino. Siamo una realtà completamente staccata dalla Reset Group srl, parliamo di due società omonime ma completamente diverse. Tutto qui. Io sono il presidente della Reset Academy Torino, fondata insieme a due persone che lavorano nel mondo dello sport, Mauro Pioli e Mauro Guarraia, con i quali condivido anche il progetto della web tv “sportreview”, in cui seguiamo soprattutto moto e calcio”.

Beh, vista l’omonimia e la vicinanza dei settori, è facile confondervi.
“Su questo punto bisogna essere chiari. Noi non vogliamo che nessuno pensi che vogliamo sfruttare il nome di altri, tanto che per evitare qualsiasi tipo di malinteso o anche solo di dubbio, stiamo valutando l’ipotesi di cambiare il nome della nostra società, non avendo una storicità tale da dover essere preservata”.

Chiarito che con Lippi e compagnia non c’entrate niente, cosa volete fare nel calcio giovanile? Solo un’Academy o, come sembrava questa estate, una vera e propria società sportiva?
“È tutto da valutare. L’idea di fondo è insegnare calcio nel miglior modo possibile. Il nostro è un progetto grande e ambizioso, vogliamo diventare un punto di riferimento per il calcio giovanile e soprattutto per l’insegnamento del calcio, nel senso che la formazione di chi deve insegnare calcio ai ragazzi è un punto fondamentale, vista l’evidente pochezza di formatori che c’è in giro. Bisogna imparare a insegnare calcio. Se poi questo progetto si svilupperà al punto da creare una vera e propria società sportiva, con le squadre inscritte ai campionati giovanili, ben venga. In alternativa partiremo solo con gli Individual, rivolti come detto ai giocatori ma anche agli allenatori. Capiremo cosa fare entro la prossima estate, anche perché gli spazi a disposizione sono una componente fondamentale”.

Quest’estate la Pellerina, adesso il Robaldo. Insomma, cercate un impianto sportivo prima di tutto.
“Esatto. Il primo approccio con l’impianto sportivo della Pellerina non si è concretizzato, adesso speriamo che vada meglio con il Robaldo: abbiamo l’opportunità di partecipare al bando, vediamo…”

Avete un avversario tosto come il Toro…
“Anche Davide sconfisse Golia…”

Senta, entriamo nel dettaglio del bando. La vostra domanda era incompleta, su tutto mancava la garanzia fidejussoria. Come mai?
“Per una semplice questione di tempi. Tutti i tasselli del progetto sono andati al loro posto solo a pochi minuti dalla chiusura delle buste, ma alcune cose come la fidejussione richiedevano tempi più lunghi. Per cui abbiamo presentato la domanda nella speranza di un’integrazione, ma consapevoli del fatto che potevamo anche essere esclusi. Fortunatamente ci è stata data possibilità di integrare la domanda, dovremmo avere tempo tecnico per farlo. Se il nostro progetto, che apre anche alla concessione di spazi alle persone in difficoltà e alle iniziative del comune, sarà più interessante di quello del competitor, bene. Se no torneremo a cercare altri impianti. Andasse a noi la concessione, dico subito che sarei disposto ad aprire un tavolo con il Torino per valutare eventuali sinergie, nel caso in cui ne fossero interessati”.

State valutando altri impianti sportivi, avete delle alternative?
“No. Il Robaldo è una struttura unica nella città di Torino, potrebbe diventare il punto di riferimento dello sport cittadino se gestita e fatta funzionare nel modo giusto, per l’ubicazione e le dimensioni. Certo richiederebbe un lungo lavoro, perché nessuno ha la bacchetta magica e non parliamo di investire capitali stratosferici. Una vera alternativa non c’è, senza il Robaldo potremmo decidere di far partire solo il progetto delle Academy per il perfezionamento calcistico e la formazione degli istruttori, quindi non sarebbe necessario un impianto sportivo indipendente”.

A proposito di capitali, per rimettere a posto il Robaldo si parla di un milione di euro.
“Le cifre sono importanti ma spalmate nel tempo, ovviamente non tutto e subito”.

Avete già una struttura tecnica, per costruire la società sportiva o anche per le Academy.
“Abbiamo dei nominativi, ma la fretta è sempre cattiva consigliera”.

Faccio io un nome allora. Non è un mistero che quest’estate la società Reset Torino doveva nascere intorno alla figura di Renato Carrain.
“È una persona che ha fatto un percorso importante nel calcio, ha dimostrato di essere un validissimo costruttore di squadre, lui è uno di quelli che nell’aspetto sportivo finalizzato alla ricerca del risultato ha dimostrato le sue capacità. Un suo eventuale coinvolgimento dipende anche dalla struttura, e quindi dalla costruzione delle squadre agonistiche, anche se la sua esperienza può anche essere messa a disposizione delle annate più piccole. Il progetto, come dicevo, è più ampio…”

Prego, ci spieghi.
“Io sono papà di 4 bambini, so che hanno bisogno di nozioni e correzioni continue. Anche nello sport, non bisogna avere fretta di arrivare subito al risultato, prima bisogna formare e costruire, al risultato sportivo si può arrivare anche tramite l’insegnamento. Il bambino, oltre a giocare, divertirsi, condividere e stare con gli altri, tramite il calcio deve anche imparare ad accettare la sconfitta, che non va vissuta come un dramma, ma come una tappa di un percorso. Un percorso che deve formare un atleta, non solo un calciatore, che deve lasciare al bambino l’amore per lo sport, qualunque esso sia”.

Gianfranco Bilanzone, lei è un imprenditore, ma parla un po’ come un tecnico, un po’ come un teorico dello sport. Qual è il suo rapporto personale con il calcio, con lo sport in generale?
“Io ho sempre fatto sport, ho giocato a calcio dall’età di 6 anni nei pulcini del Torino, poi ho girato al Pilonetto e al Vanchiglia, ma ho smesso presto e mi sono dedicato al calcio a 5, fino alla serie B. Poi il mondo dello sport, soprattutto calcio e motociclismo, mi hanno sempre accompagnato nella mia attività imprenditoriale, in particolare con il marchio Sbk. In questo contesto, quasi per caso, parlando con degli amici è nata questa idea della Reset Academy Torino. A volte delle idee, se ci metti capacità e fortuna, possono diventare progetti concreti, anche di successo”.

Ci risentiamo l’8 marzo…
“Eh sì, aspettiamo ancora una comunicazione ufficiale, ma dovrebbe essere quella la nuova data di scadenza per il bando del Robaldo. Speriamo di arrivare pronti”.

Letto 5213 volte Ultima modifica il Sabato, 27 Febbraio 2016 09:29

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