Lunedì, 25 Novembre 2024
Giovedì, 30 Aprile 2020 16:34

Campi da calcio divisi in 60 aree per attività sportiva in sicurezza: un’idea rivoluzionaria

Scritto da Daniele Pallante
Alessandro Tortorici (PrenotaUnCampo) e Marco Critelli (Robilant) su YouTube Alessandro Tortorici (PrenotaUnCampo) e Marco Critelli (Robilant) su YouTube

PROGETTO - Marco Critelli, presidente del Centro Sportivo Robilant, in partnership con Prenota un campo, lancia un’idea per socializzare e svolgere attività fisica rispettando il distanziamento sociale, permettendo allo stesso tempo agli impianti sportivi una prima ripartenza economica


Utilizzare i campi di calcio come luogo protetto e regolamentato in cui poter socializzare e svolgere attività fisica rispettando il distanziamento sociale nella fase 2 dell’emergenza Covid-19, permettendo allo stesso tempo agli impianti sportivi una prima ripartenza economica. È l’idea promossa da Marco Critelli, presidente del Centro Sportivo Robilant, in partnership con Prenota un campo.

“In base all’ultimo Dpcm - spiega Critelli - dal 4 maggio sarà possibile fare attività motoria individuale, anche nei parchi, che sono una grande risorsa ma difficilmente controllabile. Gradualmente anche i centri e i circoli sportivi potranno riaprire, mentre per uno sport di contatto fisico come il calcio i tempi saranno più lunghi. Da qui nasce l’idea di utilizzare i campi di calcio, che sono tanti, diffusi sul territorio e facilmente gestibili, per fare attività rispettando regole di distanziamento sociale”.

I campi da calcio, facilmente raggiungibili anche senza utilizzare mezzi pubblici, hanno un ingresso principale e un ingresso secondario, quindi i flussi di utenti possono essere gestiti con efficacia. Riaprirli adesso, ben prima di quanto possa ricominciare l’attività calcistica di base (se va bene, a settembre) sarebbe anche un importante aiuto economico per le società sportive che li hanno in gestione.

“Su un campo a 11 - continua il presidente Robilant, con tanto di progetti grafici - ci stanno fino a 60 aree di 30 metri quadrati, divise tra di loro da altri 5 metri, quindi nel pieno rispetto delle distanze indicate dai protocolli di sicurezza, non ultimo lo studio redatto dal Politecnico di Torino per il Coni. Ogni area può essere utilizzata da un singolo ma anche da una famiglia, o meglio da un nucleo abitativo, gruppi di persone che hanno vissuto la quarantena insieme. Tra un turno e l’altro, gli spazi verrebbero igienizzate da ditte specializzate”.

Per prenotare uno spazio e accedere è in fase di definizione un’app, dove scegliere giorno e orario; con la stessa applicazione, si potrebbe prenotare una bevanda o un box lunch al bar del centro sportivo stesso. Il tutto dietro il pagamento di un minimo canone, che permetterebbe di ripagare le spese di gestione e il personale. Ovviamente è necessario il coinvolgimento, anche economico, delle istituzioni pubbliche, cui il progetto è già stato inoltrato.

“In queste aree - conclude Marco Critelli - si potrebbe semplicemente rilassarsi e stare al sole in sicurezza. Oppure, in determinati orari, si potrebbero introdurre attività sportive individuali. Terzo, si possono attrezzare le aree con giochi, come ping pong e calciobalilla. Ci tengo a chiarire un ultimo aspetto: questo è un progetto open source, che vogliamo condividere con tutti: ogni contributo è ben accetto, è fondamentale unire le forze tra pubblico e privato per dare a questa idea una dimensione concreta e, se possibile, nazionale”.

Letto 4481 volte Ultima modifica il Giovedì, 30 Aprile 2020 17:46

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