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Venerdì, 21 Novembre 2014 11:44

Allievi fascia B - Brighenti: "Voglio vincere un titolo prima di lasciare il calcio"

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L'INTERVISTA - Il tecnico del Chieri, dopo due trionfi sfuggiti solo ai rigori, quest'anno ci riprova con gli Allievi fascia B. In un'intervista esclusiva, racconta il suo rapporto con il mondo del pallone: dal tifo per il Toro, all'antagonismo con Cairo, dall'impatto coi regionali, all'avventura con il Chieri 

La carriera nel calcio di Giorgio Brighenti inizia da lontano. Precisamente, dall'avventura con la Scuola Calcio del Torino iniziata nel '90. Ma non si tratta di una storia polverosa e composta solo da antichi ricordi. Tutt'altro: è una storia che sta vivendo nel presente delle stagioni entusiasmanti. Dopo due titoli mancati di un soffio e svaniti solo dagli undici metri, Brighenti ci riprova e candida il suo Chieri a un campionato da grande protagonista.

Ti è toccato un girone impegnativo. Cosa ne pensi?

E' il girone più difficile. Io ho un buon gruppo e ce la giocheremo con tutti. Abbiamo subito vinto l'esordio con il Cuneo ma bisogna dire che per i primi 20' non abbiamo toccato palla, siamo stati bravi a resistere. Poi c'è il Chisola di cui conosciamo bene il valore. L'Atletico l'abbiamo già affrontato ed è un'ottima squadra, che punta molto sull'agonismo. Cbs e Pinerolo sono altre due formazioni che possono passare il turno. In tutto ci sono sei squadre che ambiscono a passare il turno, non sarà facile. Comunque sono contento di avere un girone tosto: questo è un girone regionale vero, preferisco così piuttosto che un girone nel quale c'è una partita vera e tutte le altre passeggiate.

Ti è riconosciuto il merito di far giocare bene le squadre che alleni. Pensi che sia una scelta vincente in un mondo dove la cultura del risultato è tutto?

Io sono dell'idea che se pensi a giocare a calcio - e non solo al risultato - i risultati alla fine arrivano comunque. Mi spiego, è chiaro che se butti la palla in area hai più possibilità di fare gol. Oggi magari ti basta buttare la palla in avanti per fare gol, io, per esempio, avrei un paio di giocatori che sono in grado di fare cinque-sei dribbling e andare a segnare. Ma un gol così lo fai adesso e solo nelle partite che non contano. In serie D o in Lega Pro non potrai più farlo. A questa età bisogna prediligere il fatto di giocare a calcio. Se poi disponi dei giocatori con la giusta tecnica, che sono in grado di giocare la palla, i risultati arrivano. 

Facciamo un passo indietro. Come è iniziata la tua carriera la mondo del pallone?

Ho iniziato nel settore giovanile del Torino nel '90. Sono rimasto al Toro fino al 2005 allenando le categorie dai Pulcini agli Esordienti. Sono stati 15 anni bellissimi, abbiamo fatto molti tornei incrociando squadre del calibro di Ajax, Celtic, Borussia, Milan, Inter, Juve. Poi è arrivato Urbano Cairo e ha fatto piazza pulita, dimezzando il settore giovanile. Io sono tra quelli che sono stati fatti fuori.

C'è ancora amarezza per come è finito il matrimonio con i granata?

Io andavo allo stadio tutte le domenica, dal 2005 non sono più andato a vedere il Toro. Adesso, quando il Torino perde sono contento. All'inizio pensavo fosse una reazione momentanea ma ormai sono passati quasi dieci anni e lo scotto è ancora vivo. Fino a che ci sarà Cairo non riuscirò più a tifare Toro.

Lasciato il Torino, sei approdato agli Allievi del Borgaro. Come è stato l'impatto con i regionali?

Subito è stato un trauma. Avevo una squadra forte tecnicamente ma sotto altri punti di vista era un disastra. Era una formazione composta da elementi difficili. Nelle squadre professioniste appena alzi la voce ti ascoltano, nei regionali non è così, devi insegnare anche la disciplina.

Quanto conta per te la disciplina?

Tanto, ho visto diverse buone squadre forte da tamarri che hanno finito per non combinare niente. E' fondamentale avere la testa. Bisogna pensare a giocare e non agli insulti, anche quando si viene provocati. Io lo dico sempre ai miei, bisogna avere la testa da professionisti.

Cambiando argomento, cosa pensi dell'attuale formula dei campionati regionali?

Quando si partiva subito con i regionali, le squadre escluse si lamentavano. Ora ci si lamenta dei gol che alcune squadre subiscono nella prima fase. Se si vuole dare una possibilità a tutti, questo è l'unico modo. Certo, capitano i gironi sfortunati dove ci sono tre squadre di ottimo livello e una, alla fine, rimane fuori. Come il Chieri '98: ha sbagliato una partita e ora è fuori. Fare i gironi pilotati, però, avrebbe poco senso: chi stabilisce come comporre i gironi? Anche a noi sono capitate Cbs e SanMauro, due squadre toste che ci hanno fatto soffrire. Alla fine, una (il SanMauro, ndr) è rimasta fuori. Bisogna ammettere che, alla fine, il titolo lo vince comunque la più forte.

Nelle ultime due stagioni poteva essere proprio la tua squadra a conquistare il titolo. In entrambi le occasioni, invece, la vittoria è sfuggita per un soffio.

Due anni fa, con i '96, fummo eliminati dal Chisola ai rigori nella semifinale, poi loro dominarono 5 a 0 la semifinale. La scorsa stagione, con i '97, mi sono preso la rivincita contro il Chisola conquistando la finalissima contro la J Stars. Di nuovo rigori e di nuovo sconfitta. Quest'anno cercherò di non far terminare le partite sul pari, visto l'andazzo.

Quanto brucia la mancanza del titolo regionale nella tua bacheca?

Mi manca. Mi consolo pensando che c'è gente che non arriverà mai a giocare nemmeno una semifinale o una finale. Ma, dopo essere arrivato così vicino alla vittoria, non mi accontento del secondo posto. Tutti gli anni, complice la delusione, mi dico: adesso basta, smetto. Passa un mese e, a metà luglio, ho già voglia di ricominciare. Questa è la mia grande passione. Voglio vincere un titolo regionale prima di lasciare il calcio.

Un pronostico secco: qual è la squadra da battere nella categoria Allievi fascia B?

Dico il Chisola. Ha l'allenatore più bravo in circolazione: Mercuri.

L'obbiettivo del tuo Chieri?

Passare questo girone di ferro e arrivare alle fasi finali.

E l'obiettivo di Brighenti?

Migliorare il risultato dello scorso anno, non dico altro.

 

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