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Venerdì, 23 Ottobre 2015 12:33

San Giacomo Chieri - Realtà in crescita, Antonio Tedesco: "Stiamo alzando il livello tecnico, facciamo tanto e siamo pochi"

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SOCIETA' - Il presidente della società di Chieri racconta sulle nostre colonne il momento che sta attraversando. Dopo otto anni di presidenza si può fare un piccolo bilancio analizzando gli obiettivi e i risultati raggiunti, a prescindere dal campo. "L'organizzazione nel calcio è fondamentale"

 

Alla sua ottava stagione di presidenza, Antonio Tedesco fa un bilancio sugli obiettivi preposti alla nascita della sua società partendo proprio da quando tutto ebbe inizio. “Il San Giacomo Chieri – racconta – nacque dalla fusione con il San Giorgio Andezeno, società per la quale ero presidente. A Chieri vi era una piccola realtà con un centinaio di iscritti ma c’erano delle ottime strutture, mentre il San Giorgio poteva vantare una buona Prima squadra e un valido livello tecnico della società. La vecchia società era stata fondata nel 1985, ma dal nostro arrivo l’obiettivo comune è stato far crescere tutta la realtà sotto il piano tecnico e dell’organizzazione”.

 “Così nacque un piccolo progetto sportivo nel quale ci siamo dati degli obiettivi – continua il presidente – che pian piano stiamo portando avanti. Ad oggi penso già di poter dire che alcune cose buone sono state fatte, abbiamo triplicato gli iscritti e aumentato il tasso tecnico delle nostre squadre. La Prima squadra da qualche anno sta facendo bene in Promozione e nel settore giovanile riusciamo quasi ogni anno a portare un gruppo fino ai regionali”.

REGIONALI? - A tre giornate dal termine della prima fase provinciale, la qualificazione con una delle quattro squadre non è scontata ma neanche impossibile. Gli Allievi sono a sei punti dal primo posto ma con quattro squadre in mezzo, difficile; per i classe 2000 invece la situazione è migliore essendo terzi a pari punti con la Cbs e se dovessero arrivare dei punti con Barracuda e Bacigalupo si potrebbe confermare la posizione in classifica per accedere agli spareggi. Discorso più delicato per i Giovanissimi: i 2001 devono superare una tra Pino e Cbs, perché il Chieri è fuori portata, mentre per i più piccolini l’impresa regionale non è più possibile. 

Tedesco prosegue spiegando che la crescita del suo San Giacomo non è avvenuta solo nei numeri, ma anche a livello tecnico. “La Scuola Calcio lavora molto bene, siamo riusciti a partecipare ad un SuperOscar mentre nel Grande Slam ormai sono anni che facciamo parte dei 26”. Il presidente sostiene che “nel calcio l’organizzazione sia fondamentale. Il San Giacomo è una grande macchina e per funzionare in modo perfetto tutte le persone che ci lavorano devono farlo come se fossero un tutt’uno, per questo abbiamo sempre cercato di affidarci a persone valide.  Le società di calcio dipendono da buoni istruttori, da una buona segreteria, da buoni responsabili, dirigenti, presidenti, e così via… Noi utilizziamo solo istruttori ISEF o comunque persone qualificate, sperando di aver intrapreso la strada giusta. Sicuramente questo è l’anno in cui cerchiamo la maturazione societaria alzando il livello tecnico, e per il momento siamo soddisfatti. Tra l’allestimento delle squadre in estate e l’inizio dei vari campionati, ci possiamo ritenere contenti. E se non dovessimo andare ai regionali con nessuna squadra? Pazienza, l’obiettivo rimane quello di avere una società funzionale a livello organizzativo, ovvero che funzioni bene in tutte le sue parti”. 

Infine il numero uno del San Giacomo Chieri spende due parole per le persone che, insieme a lui, hanno contribuito allo sviluppo di questa società, quali “Michele Gambino e Fabrizio Pavani – già presenti all’epoca prima della fusione – che fanno parte del consiglio direttivo, e Francesco Arena, Mauro Nano e Sergio Vergnano: responsabili delle giovanili”. 

Alla nostra domanda su quale aspetto lo renda più orgoglioso da otto anni a questa parte, Antonio Tedesco ha risposto così: “Nonostante mille difficoltà riusciamo a mantenerci a buoni livelli, anzi, continuiamo a crescere. Andare oltre la vedo un po’ dura, ci vorrebbero altri ingredienti, a partire dalle strutture, ma penso che il lavoro fatto fin qui debba renderci orgogliosi. Con questo non voglio dire che non sia più possibile una crescita, penso che si possa migliorare ma per farlo con la stessa filosofia servono più persone. Forze fresche, persone con passione che sappiano fare le cose. Se la macchina si allarga allora la crescita sarà una conseguenza. Ad oggi facciamo tanto con poche persone che lavorano” conclude. 

Ultima modifica il Venerdì, 23 Ottobre 2015 12:45

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