Dopo tante voci, ipotesi e brusii ora lo si può dire in maniera ufficiale: le strade di Fossano e Andreano Audetto si separano. Il tecnico, da tre anni alla guida dei ’99, non è stato confermato dalla nuova dirigenza che in vista del prossimo anno cambierà tutto il parco allenatori (Bailo e Sasia in direzione Giovanile Centallo). In 3 stagioni di Settore giovanile, Audetto ha portato la squadra due anni consecutivi alle fasi finali lanciando giocatori come il figlio Luigi, Giordana, Pinta, Mondino. Come disse una volta proprio Andreano Audetto: “Per vedere quanta strada si è fatta non bisogna guardare dove si è arrivati ma da dove si è partiti”. E in effetti stagione dopo stagione i suoi ’99 sono migliorati in modo esponenziale e chiunque li allenerà il prossimo anno si troverà un gruppo già pronto per fare l’ennesimo salto di qualità e, chissà, con qualche innesto giusto, competere anche per il titolo regionale. Alla luce degli straordinari risultati delle ultime stagioni, in tante squadre del cuneese si sono fatte avanti ed è ormai in dirittura d’arrivo la trattativa che porterà Andreano Audetto ad allenare il Bra, categoria Allievi. Attraverso le parole del tecnico, ripercorriamo questi tre anni di Fossano ’99, proiettandoci verso quella che sarà la sua nuova avventura con il Bra.
TRE ANNI MERAVIGLIOSI
“Le due qualificazioni consecutive alle fasi finali sono motivo di grande orgoglio e soddisfazione. Questa era una squadra a cui si dava poco credito e che nel giro di tre anni è migliorata molto. Nessuno scommetteva su di noi, ma lavorando su un’ossatura già buona abbiamo costruito un ottimo gruppo di giocatori radicati nel territorio. Si è creato un gruppo forte, dalla grande autostima e in grado di giocare con tutti senza paura. Quest’anno poi, in mezzo a mille difficoltà ci siamo confermati in un girone più complicato della stagione scorsa. Nonostante l’emergenza in difesa abbiamo subìto un solo gol nel girone di ritorno, nessuno come noi. Vado via col dispiacere di lasciare questo gruppo, ma con la consapevolezza che è stato fatto il nostro dovere”.
UN ADDIO AMARO
“L’ufficialità della mia non conferma al Fossano, l’ho appresa ad una riunione di genitori. Se la società aveva idee diverse credo fosse corretto comunicarmelo direttamente, invece l’ho saputo per vie traverse. C’è modo e modo per fare le cose, la buona educazione non dovrebbe mai venir meno, anche perché insegniamo calcio ai ragazzi e dobbiamo contribuire a farli diventare cittadini migliori. Ho sempre lavorato con grande impegno a Fossano e per questo mi aspettavo più rispetto e correttezza. Ho trovato questa situazione poco elegante e sgradevole: bisogna essere professionali e non professionisti, soprattutto in una società che professionista non è. Andare via è difficile perché lasci degli affetti e una squadra composta da tutti giocatori che conosco anche fuori dal campo. Già con Sasia comunque era nei programmi che non tenessi più i ’99 ma che passassi ai 2000 in modo che i ragazzi, cambiando allenatore, potessero apprendere notizie e metodologie diverse”
FUTURO AL BRA
“Se le cose vanno come ci siamo detti, andrò a Bra ad allenare gli Allievi. Il direttore generale Bruno Cavallo mi ha offerto l’opportunità di rifondare la squadra dopo un’annata non brillante per preparare un gruppo che sia pronto per la Juniores nazionale. E’ un progetto stimolante e ambizioso, Bra è una piazza importante ed è anomalo che non riesca ad esprimersi su alti livelli. L’obiettivo è costruire una squadra che possa qualificarsi e competere in un campionato regionale”.
RICOSTRUIRE SENZA ROVINARE IL FOSSANO
“Vorrei pensare al progetto Bra senza intaccare il progetto Fossano. Mi dispiacerebbe contribuire a rovinare qualcosa che ho costruito. La squadra la sento mia, siamo partiti dal basso e in tre anni abbiamo ben figurato e quindi non è mia intenzione andare a rovinare questo gruppo. Il dg Cavallo sa bene di questa mia volontà. Poi è chiaro che se qualche giocatore volesse passare dal Fossano al Bra io non mi opporrei ma di certo non sarò io a spingere perché questo accada”.
IL RICORDO PIU’ DOLCE
“Un ricordo particolare è un ricordo di papà, più che di allenatore. Mio figlio segna la rete decisiva in casa dell’Asti in una partita che ci dà la qualificazione matematica alle fasi finali. Dopo il gol viene verso la panchina e mi abbraccia. E’ stato un gesto molto toccante. Poi ho tanti altri ricordi bellissimi: ho un legame molto forte con questi ragazzi, potrebbero essere tutti figli miei”.