INTERVISTA – Francesco Pinton, difensore del Gozzano U17, ci parla del Gozzano, della sua esperienza in Nazionale Lega Pro e della Prima Squadra... rivelando le sue ambizioni.
Francesco Pinton: una passione nata in famiglia ma trasmessa tardi sul campo, in tempo però per guadagnarsi una chiamata in Nazionale Lega Pro. Il difensore del Gozzano ci indica i suoi modelli, il suo più bel ricordo sul campo e soprattutto dice “Grazie” diverse volte: comportamento di chi si prende (giustamente) i suoi meriti ma senza ostentarli.
Ciao Francesco, dove nasce la tua passione per il calcio e come si è sviluppata la tua carriera?
Ho sempre avuto interesse verso il calcio, la passione mi è stata trasmessa da mio padre anche lui grande appassionato di calcio. Fin da piccolo sono stato abituato a guardare le partite in tv tifando il Torino ma ho iniziato a giocare un po’ tardi, nel 2013, perché in precedenza giocavo a tennis. Le mie prime 2 stagioni nel calcio sono state alla San Giacomo di Novara nel campionato provinciale, le 3 stagioni successive nel campionato regionale con lo Sparta Novara e dall’anno scorso gioco nel Gozzano.
Qual è il tuo più bel ricordo sul campo e qual è il tuo sogno?
Il mio più bel ricordo è stato il primo giorno di preparazione con il Gozzano, perché il mio primo obiettivo era quello di riuscire a giocare almeno una stagione in un campionato nazionale. Il mio più grande sogno invece è quello di diventare un professionista e poter vivere di calcio.
Ora al Gozzano come ti trovi e che rapporto hai con il Mister?
Nel Gozzano mi sono sempre trovato bene fin dal primo giorno con tutti: compagni, allenatori e dirigenti nessuno escluso. Con mister Battilana ho un rapporto di totale trasparenza, è una persona con la quale posso condividere qualsiasi problematica. Anche se non parla molto è in grado di darti i consigli giusti nei momenti giusti, devo anche a lui la crescita che ho avuto in questi ultimi mesi.
Ho visto che ti sei allenato con la Prima Squadra, com’è stato giocare tra i “grandi”?
La sola chiamata mi ha emozionato molto perché è stata totalmente inaspettata e mi auguro continui il più possibile. Tutto è molto veloce, ogni movimento, ogni pensiero e ogni giocata. Questa esperienza mi sta dando moltissimo: misurarsi con professionisti affermati è fantastico e non posso chiedere di più, mi sento in dovere di ringraziare apertamente la dirigenza che mi sta dando questa opportunità.
Sei stato convocato in Nazionale Lega Pro, come l’hai vissuta e cosa hai imparato?
Per il momento la posso considerare la ciliegina sulla torta, vestire la maglia della rappresentativa nazionale è stato fantastico e ovviamente spero che tutto ciò si possa ripetere. Ho imparato molte cose affrontando i migliori giocatori provenienti dalle più importanti società nazionali, in particolare a Coverciano il contesto e l’atmosfera sono unici.
A quale calciatore ti ispiri e a chi pensi di assomigliare in campo?
Il mio idolo è Sergio Ramos, a mio avviso uno dei centrali più forti della storia del calcio. Penso però di non assomigliare a nessuno, c’è ancora molta strada da fare prima di paragonarsi con giocatori professionisti.
Quali sono i tuoi obiettivi a breve e lungo termine?
I miei obiettivi a breve termine sono: rientrare tra i convocati col prossimo raduno della rappresentativa nazionale e di fare il meglio possibile con i miei compagni dell’U17. Quello a lungo termine è di continuare ad allenarmi e diventare un giocatore della Prima Squadra.
A chi e per quale motivo devi dire “grazie” (oltre al tuo stesso impegno) per i risultati che stai ottenendo?
Devo dire grazie a tutti i mister che mi hanno allenato fino ad oggi perché ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa e ringrazio tutti i miei compagni perché mi stanno sempre vicini. In particolare però devo dire "grazie" ai miei genitori che mi stanno aiutando in ogni modo al fine di coltivare questo mio sogno.